Grande rivale dell’Italia sui campi di gioco è sempre stata la Francia, che ancora oggi non ha digerito la sconfitta ai rigori nella finale dei campionati del mondo del 2006. Così, i cugini d’oltralpe lanciano il guanto della sfida anche nel mondo della narrazione grazie alla bande déssinée (o bédé, come sono chiamati i fumetti) di indubbio valore.
Raymond Reding è un disegnatore specializzato nel fumetto sportivo che nel 1963 decide di narrare le imprese di un centravanti, Vincent Larcher, che gioca nella nazionale francese. Caratteristica curiosa della serie è che mescola lo sport col fantastico, introducendo nelle storie di Larcher un gigantesco campione-mutante, vittima di esperimenti scientifici e manipolato geneticamente. Il vero successo di pubblico, però, arriva nel 1979, con una nuova serie incentrata sulle avventure del giocatore di football Eric Castel. Eric è un giovane atletico e con il volto incorniciato dai capelli precocemente bianchi, un calciatore che gioca nel Barcellona, ma che non disdegna di insegnare il football ai ragazzi dei quartieri poveri della città catalana. Inoltre, incontra veri giocatori, corteggia belle donne, combatte pericolosi delinquenti. Per entrambe le serie, Reding abbraccia uno stile grafico definito ligne claire (linea chiara), che si contraddistingue per la “chiarezza” del tratto, cioè per l’assenza di tratteggio e di chiaroscuro, ma anche per la rigorosa verosimiglianza degli ambienti, dei paesaggi e degli oggetti che figurano nelle loro storie.
Chi, invece, desiderasse leggere una storia più recente può approfittare della bella graphic novel di Baru dal titolo Fais péter les basses Bruno (Fai partire i bassi, Bruno, del 2010) nella quale le peripezie di un giovane talento africano, approdato in Francia per cercare fortuna col calcio, si intersecano con quelle di un gruppo di criminali.
Nessun commento:
Posta un commento